Avviso pubblico per il riparto del fondo per il funzionamento dei piccoli musei

La Direzione generale Musei indice un Avviso pubblico per il riparto del fondo per il funzionamento dei piccoli musei. Si tratta di un bando a cui possono partecipare Comuni ed Enti dei Terzo Settore che hanno in gestione piccoli musei il cui incasso annuale non supera i 50mila euro.

La dotazione messa a disposizione può finanziare progetti di valorizzazione delle collezioni fino ad un importo di 100 mila euro ed è certamente di grande interesse per chi opera nella valorizzazione degli importantissimi presidi culturali sul territorio italiano.

Qui il link per accedere alle informazioni del bando:

http://musei.beniculturali.it/notizie/notifiche/avviso-pubblico-per-il-riparto-del-fondo-per-il-funzionamento-dei-piccoli-musei-di-cui-allarticolo-1-comma-359-della-legge-27-dicembre-2019-n-160-decreto-del-ministro-della-cultura-n-26

Dietro la facciata

Quali realtà, quali scelte, quali professionisti per i musei degli enti locali

Il 17 novembre 2023, l’antica città di Napoli sarà testimone di una discussione vivace e illuminante sul futuro dei musei locali, un tema che unirà passato, presente e futuro nel tessuto culturale dell’Italia. L’evento si svolgerà presso IlCartastorie – Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, un luogo che incarna la storia e la cultura della città.

L’incontro, curato dall’ANMLI e dal Dipartimento di Lettere e BB.CC. dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, sarà dedicato alla memoria di Anna Maria Visser, una figura che ha dedicato la sua vita alla preservazione e promozione del patrimonio culturale.

Il cuore del dibattito sarà focalizzato sulle sfide e le opportunità che i musei locali, grandi e piccoli, stanno affrontando in un’era di cambiamenti normativi e di crescente attenzione verso il Sistema Museale Nazionale. Una delle questioni centrali sarà: come potranno questi musei navigare nel mare tempestoso delle nuove regolamentazioni e al contempo mantenere la loro unicità e importanza culturale?

La giornata vedrà una profonda analisi dei Livelli Uniformi di Qualità, un’iniziativa che mira a standardizzare la qualità dei servizi offerti dai musei, ed esplorerà come i musei locali possano integrarsi armoniosamente nel Sistema Museale Nazionale.

Nadia Barrella, una delle menti brillanti dietro l’evento, condividerà una visione intrigante. Parlerà di come i beni culturali, sia materiali che immateriali, possano trasformare la pianificazione territoriale in “pianificazione culturale del territorio”, una prospettiva che apre nuove strade per una gestione più inclusiva e olistica dei musei.

L’essenza del suo messaggio sarà che, se gestiti correttamente, questi tesori culturali potranno diventare risorse strategiche per migliorare la qualità della vita delle persone, promuovere lo sviluppo sostenibile e arricchire l’industria culturale italiana.

Anna Maria Montaldo, presidente dell’ANMLI, rafforzerà ulteriormente questa narrativa, sottolineando come un patrimonio ben gestito possa fungere da catalizzatore per valorizzare l’identità, le conoscenze e le potenzialità di una comunità.

L’evento lascerà i partecipanti con una sensazione di speranza e un quadro più chiaro delle azioni necessarie per garantire che i musei locali continueranno a prosperare e a contribuire al tessuto culturale del nostro bel paese.

Inoltre, sottolineerà l’importanza del dialogo continuo e della collaborazione tra i diversi stakeholder nel mondo dei musei, evidenziando come l’unione di sforzi e idee possa portare a un futuro più luminoso e sostenibile per il patrimonio culturale italiano.

Se ti appassionerà il mondo dell’arte e della cultura, questo evento rappresenterà una delle molte discussioni cruciali che stanno plasmando il futuro dei musei in Italia. E il viaggio sarà appena iniziato. Con la giusta dedizione e collaborazione, il futuro dei musei locali sembrerà promettente e pieno di possibilità inesplorate.

Studiare a Venezia, focus sui musei civici come patrimonio della comunità

Il 21 gennaio dell’anno scorso, a seguito di alcune riunioni incentrate sulla realtà delle biblioteche cittadine, abbiamo proposto all’Ateneo Veneto un incontro di riflessione e di dibattito sugli istituti di ricerca a Venezia (Biblioteche, Archivi, Fondazioni, con amministrazioni differenti), con l’intento di rilanciare la funzione di questi luoghi in relazione alla vocazione di Venezia come centro di produzione culturale internazionale, anche nella convinzione che questa sia una delle vie da percorrere per consentire alla città di uscire dal soffocamento che la monocultura turistica degli ultimi anni ha prodotto ( https://ytali.com/2022/01/20/studiare-a-venezia/ ).

Quel giorno si videro riuniti qui a parlare come non si faceva da tempo i rappresentanti di molte istituzioni mettendo a fuoco potenzialità, risorse e criticità (si può seguire in https://ytali.com/2022/01/22/studiare-a-venezia-le-ragioni-dellincontro/).

È stato un incontro importante e l’Ateneo ci ha spinto a proseguire questo percorso: sarebbe molto proficuo che ogni anno si potesse riflettere sulla politica culturale della città, una sorta di “Stati generali della cultura,” al fine di stimolare i singoli istituti a creare reti e collaborazioni in modo da affrontare con più risorse sia di analisi e di prospettiva, individuando inoltre comuni strategie economiche che consentano di affrontare la complessità del quadro attuale e futuro.

Abbiamo quindi pensato di dedicare un incontro di riflessione e battito al tema dei musei e della loro governance in una città come Venezia (ma questo succede anche nelle altre città d’arte) in cui il turismo rischia di produrre una distorsione dell’offerta e della richiesta, una banalizzazione per un pubblico che ormai è difficile individuare, poiché divenuto assai eterogeneo. 

Anche in questo caso l’orizzonte della ricerca e dello studio rimane centrale e si è voluto rimarcarlo nel titolo del secondo appuntamento che rimane collegato al tema con cui si è dato inizio al percorso. Merita infatti ricordare che la nuova definizione di “Museo” approvata da ICOM (International Council of Museums) nel 2022, pone la ricerca come premessa indispensabile all’attività di tali istituti (collezionare, conservare, interpretare ed esporre). 

Il focus di Studiare a Venezia.2 ha voluto prestare attenzione a un’ulteriore finalità ad essa associata: la partecipazione delle comunità alla gestione del patrimonio culturale materiale e immateriale, sancita dalla Convenzione di Faro e sostenuta anche dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Infatti l’educazione al valore culturale sempre più si vuole inserita in un contesto di valorizzazione sociale più ampio e dirimente, in cui il patrimonio culturale deve dialogare con le comunità di riferimento attraverso nuove prospettive di interpretazione dell’intero settore, per incentivare la partecipazione dei cittadini alle pratiche di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali, superando l’effimero consumo a uso turistico. 

Emerge pertanto la necessità che i musei siano sostenuti da una “visione” e da un’attenta analisi del loro contesto e ruolo (che rientra per l’appunto nell’attività di ricerca), specie in relazione all’avvenuta trasformazione e crescente differenziazione dei fruitori, particolarmente evidente nelle città d’arte, che obbliga ormai a parlare di “pubblici” e non di pubblico dei musei, esito della complessità della società in costante mutamento. Il museo si trova dunque da un lato a partecipare a un vasto processo di democratizzazione della cultura, mentre dall’altro è chiamato a riaffermare, rinnovandole, le sue funzioni fondamentali. Al tempo stesso, ineludibili esigenze di sostenibilità, lo invitano a contenere le risorse e a condividere con altre istituzioni progetti e iniziative.

È pertanto evidente che tale sfida, richiesta da questi mutamenti e dall’esigenza di rinnovare la missione del museo, non si può che affrontare con competenze e leadership delle direzioni all’altezza dell’impegno, a cominciare dalla figura del direttore. Non a caso la riforma del Ministero della Cultura del 2014 ha sottolineato proprio questa cruciale esigenza; va sottolineato tuttavia come un simile processo di consapevolezza non sia stato colto appieno dalle amministrazioni locali: la ricezione tali istanze è stata per lo più selettiva e parziale, sovente ignorando la criticità insita nella breve durata degli incarichi dirigenziali, assai diffusa nelle scelte locali. 

Parte dell’incontro è stato pertanto dedicato specificatamente al tema della formazione delle direzioni necessarie al loro funzionamento, e ai modelli di gestione e governance, a partire da alcune esperienze di riferimento: quella di un museo nazionale autonomo di primo livello quale le Gallerie dell’Accademia di Venezia, che ha evidenziato le opportunità e le sfide intraprese avviando un’ampia disponibilità di incontro e offerta sul territorio, diretta a differenziate tipologie di persone e associazioni; a seguire è stato illustrato il percorso della Fondazione Musei di Brescia, assai interessante avvenuto anche attraverso il dialogo tra soggetti privati e pubblici, cruciale nella gestione di organismi complessi com’è il caso delle fondazioni culturali. Infine è stato esaminato il caso veronese che ha portato alla creazione della Direzione Musei Civici di Verona. In controtendenza rispetto alla brevità degli incarichi generalmente banditi, proprio per assicurare la continuità di gestione dell’importante rete museale civica, a Verona si è preferito affidare un incarico dirigenziale a tempo indeterminato, individuando la figura più idonea alle competenze necessarie attraverso un concorso che di recente è stato espletato. 

Entrambi gli esempi rappresentano forme diverse dimostratesi virtuose di gestione del patrimonio museale in due dinamiche realtà cittadine, proiettate nel territorio.

Percorsi, modelli, analisi sull’esperienza delle fondazioni: molte e preziose sono state le riflessioni emerse nell’incontro che possono essere di stimolo alle future e indispensabili scelte della Fondazione MUVE, attualmente priva di una dirigenza con competenze internazionali rispetto al suo patrimonio e all’impegno che deve assolvere. Tale vuoto, risolto provvisoriamente con la frammentazione delle funzioni direzionali tra più figure, ha suscitato notevoli perplessità da parte del mondo culturale, anche estero, espresse mesi fa in un appello a cui hanno aderito circa cinquecento tra esperti, conoscitori e cittadini interessati e pubblicato sulla rivista Ytali, che ospita anche questo intervento e che ha ampiamente dato spazio a questi temi (https://ytali.com/2022/08/02/il-nuovo-direttore-dei-musei-sia-scelto-con-selezione-pubblica-un-appello/).

Ci auguriamo pertanto che ciò che emerso dall’incontro sia accolto dall’amministrazione comunale, in quanto utile a una più aggiornata valutazione dei percorsi opportuni al fine di giungere alla definizione del modello di governance più adeguato alla realtà dei Musei Civici veneziani.

Tiziana Plebani

Paola Marini

Massimiliano Zane

Giuseppe Saccà

I Musei Civici di Venezia aprono le loro porte ai cani

Basterà prenotare online il servizio e al proprio arrivo i dog sitters si prenderanno cura del vostro cane mentre voi sarete impegnati con la visita ai musei civici. Si tratta della nuova iniziativa dei musei civici per assecondare le necessità di quei turisti che viaggiano con animali da compagnia e siamo certi che sarà molto apprezzata.

Brescia e Bergamo rinascono città d’arte

Il ricchissimo patrimonio storico e artistico delle due città lombarde, Brescia e Bergamo, è il volano per una rinascita in chiave culturale. Molti siti sono stati riaperti e valorizzati ma la chiave di volta di questa rinascita è stata affidare a Fondazione Brescia Musei la gestione dei musei civici.

Musei Comunali senza direttori

La mancanza di direttori per i luoghi culturali è un problema che segnaliamo da tempo e che accomuna tutto il territorio Nazionale. Nell’articolo del Corriere dell’Umbria viene dato un quadro della situazione nella Regione del Centro Italia.

A Volterra il convegno “Sistema museale nazionale: agenda per riprendere il cammino”

La nascita del Sistema museale nazionale promosso dal Ministero della Cultura è stata tra le principali novità che hanno riguardato gli istituti culturali italiani. Tra i suoi obiettivi, espressi nel D.M. del 21 febbraio 2018, c’è il potenziamento e l’integrazione dell’offerta culturale dei circa 5000 musei presenti su tutto il territorio italiano e il miglioramento, della fruizione, della tutela e della gestione sostenibile del patrimonio culturale nazionale.

Un processo articolato e complesso, coordinato dal MIC, che ha coinvolto e coinvolge numerosi attori, quali Stato, Regioni, Province, Comuni, musei pubblici e privati.

A 8 anni dall’istituzione del Sistema museale nazionale questo ambizioso progetto presenta troppi rallentamenti e mancate occasioni di investimenti e messa a sistema: da qui l’esigenza di richiamare, con questo tavolo di confronto, la dovuta attenzione delle istituzioni coinvolte.

Le domande a cui si vorrebbe trovare delle risposte comuni sono:

–  interessa ancora la creazione del Sistema museale nazionale?

– come si intende proseguire per raggiungere gli obiettivi previsti dal DM 21 2018 e lavorare insieme per favorire concretamente l’innalzamento degli standard di qualità dei musei e la messa in rete degli istituti culturali?

Fondo Cultura, al via il bando “Cultura Missione Comune – 2021”

Il Comitato di Gestione dei Fondi Speciali dell’Istituto per il Credito Sportivo ha stanziato per l’iniziativa Cultura Missione Comune 2021 un importo di 7 milioni di euro di contributi in conto interessi destinati al TOTALE ABBATTIMENTO degli interessi di mutui a tasso fisso della durata di 15, 20 e 25 anni, da stipulare obbligatoriamente entro il 31/12/2021 con l’Istituto per il Credito Sportivo o altra banca appositamente convenzionata.

Le risorse possono essere utilizzate da Comuni, Unioni di Comuni, Comuni in forma associata, Città Metropolitane, Province e Regioni per spese di investimento relative a interventi sul patrimonio culturale (beni culturali e beni paesaggistici) compresi, secondo le indicazioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42), i beni del demanio culturalegli istituti e i luoghi della cultura e le espressioni di identità culturale collettiva. A titolo esemplificativo sono ammissibili: gli interventi di prevenzione, manutenzione e restauro, protezione, conservazione, salvaguardia e valorizzazione per assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio culturale stesso; gli interventi di recupero e restauro di beni culturali, di recupero, restauro, ampliamento, attrezzatura, miglioramento, efficientamento energetico, abbattimento barriere architettoniche e messa a norma di immobili appartenenti al patrimonio culturale, gli interventi di digitalizzazione di beni culturali; gli interventi di acquisizione di patrimonio culturale.

FONDO CULTURA, PUBBLICATO SUL SITO DEL MIC L’AVVISO PUBBLICO

É on line e attivo da oggi 24 maggio sul sito del Ministero della Cultura l’avviso che dà il via al Fondo Cultura lo strumento rivolto a enti pubblici che sosterrà – attraverso il cofinanziamento pubblico-privato – investimenti e altri interventi per la tutela, la conservazione, il restauro, la fruizione, la valorizzazione e la digitalizzazione del patrimonio culturale materiale ed immateriale del Paese.

Possono presentare domanda di contributo i soggetti pubblici di cui all’articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

Gli interventi dovranno riguardare nuove realizzazioni e non progetti già avviati o già finanziati ad altro titolo dal Ministero della Cultura, dovranno essere effettuati esclusivamente in Italia e ultimati entro tre anni dall’ammissione al beneficio.

Per la realizzazione di questi lavori potrà essere riconosciuto un finanziamento sino all’80% dei costi previsti, con una soglia minima di 100 mila e non superiore al 1 milione di euro. La rimanente parte del 20% sarà cofinanziata dal privato, in forma singola o associata. I fondi saranno riconosciuti in ordine di graduatoria fino ad esaurimento delle risorse. Il finanziamento concesso non potrà in alcun caso essere aumentato.

La domanda potrà essere presentata dal giorno 24 maggio 2021 e completata entro massimo le ore 13:59 del giorno 31 agosto 2021.

Il funzionamento del Fondo si avvale del contributo tecnico di Cassa Depositi e Prestiti che metterà a disposizione la piattaforma logistica su cui presentare le domande. Le domande saranno valutate da Commissione tecnica, designata dal MiC tra esperti del patrimonio culturale, che stilerà l’elenco finale dei progetti ammessi con il relativo importo. Con l’obiettivo di raggiungere un’equa distribuzione delle risorse sull’intero territorio nazionale, i fondi saranno suddivisi in cinque quote in base alla popolazione residente e saranno destinate a finanziare interventi nelle aree geografiche del Nord Ovest, del Nord Est, del Centro, del Sud e delle Isole. Nel caso in cui le domande per singola area geografica non esauriscano la quota di risorse assegnata alla quella zona, quelle residue saranno distribuite in pari misura nelle altre aree.

Tutte le spese dovranno essere rendicontate e il Ministero si riserva la facoltà di effettuare verifiche e i controlli relativi allo stato di attuazione dell’intervento, nelle modalità che riterrà opportune.

Il soprintendente Franco Marzatico nel Cda del Museo archeologico di Cagliari

Il soprintendente per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, Franco Marzatico, è stato nominato dal ministro per i Beni e le Attività culturali Dario Franceschini tra i componenti del Consiglio di amministrazione del Museo archeologico nazionale di Cagliari. La Giunta provinciale esprime compiacimento per la prestigiosa nomina che andrà a consolidare i rapporti di collaborazione fra istituzioni culturali del Trentino e della Sardegna già avviati nell’ambito della rete museale delle statue stele. L’organismo, presieduto dal direttore del museo, Francesco Muscolini, è composto oltre a Marzatico, dal direttore regionale dei Musei della Sardegna, da Luca Giovanni Lioni e da Maria Antonietta Mongiu. La durata dell’incarico è quinquennale. 

Franco Marzatico, archeologo, è Soprintendente per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento dal 2014. Dal 1995 al 2014 è stato direttore del Castello del Buonconsiglio. Monumenti e Collezioni Provinciali presso cui ha ideato e realizzato 32 mostre con relativi cataloghi di argomento archeologico. Dal 1997 svolge docenza come professore a contratto di Museografia presso l’Università degli Studi di Padova e di Preistoria e Protostoria presso l’Università degli Studi di Trento. È presidente del comitato scientifico del Museo Archeologico dell’Alto Adige e membro del direttivo dell’Associazione Nazionale Musei degli Enti Locali e Istituzionali (ANMLI). Dal 2019 è il referente italiano del sito UNESCO “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”. Ha partecipato e diretto numerose campagne di scavo archeologico in Italia e all’estero. Ha al suo attivo oltre 240 articoli e saggi specialistici sull’archeologia dello spazio alpino. Suoi contributi sono presenti in cataloghi di mostre e atti di argomento archeologico di respiro internazionale realizzate in Italia e all’estero.